Non posso negare che quando mi fu proposto di accompagnare una coppia di amici sull’isola di Giannutri per qualche giorno di mare fui subito colto da più di una perplessità: pur sapendo che si trattava di un’isola dell’Arcipelago Toscano, fino ad allora non avevo mai sentito nessuno parlare di quest’isola. Una circostanza poco rassicurante per chi si riteneva un buon conoscitore di tutte le località turistiche comodamente raggiungibili da Roma.
La successiva indagine su internet non fece altro che rafforzare i miei dubbi. La piccola Giannutri era lunga appena 3 km per una larghezza massima di qualche centinaio di metri. Di fatto poco più che uno scoglio in mezzo al mare. Eppure le poche immagini trovate sembravano dipingere il quadro di un’isola lussureggiante. Un turbinio di colori accostati come in un quadro d’autore, creati dalla naturale mescolanza di varie specie di arbusti e da una boscaglia di ginepri e di lecci, il tutto contornato dall’azzurro del cielo e dalle trasparenze di un mare cristallino. Troppo allettante per non recarsi sul posto ad osservare con i propri occhi.

Fin dal momento dello sbarco, dopo aver circumnavigato con la motonave buona parte del Monte Argentario (già di per sé esperienza che non può lasciare indifferenti), compresi con soddisfazione che la piccola Giannutri superava di molto le mie aspettative. L’isola, dalla curiosa forma a mezzaluna e sovrastata da tre alture, si presentava invasa da una macchia mediterranea così fitta che quasi nascondeva le poche case del porticciolo di Cala Spalmatoio, residuo – come mi fu raccontato dai miei compagni di viaggio – di un tentativo di speculazione edilizia degli anni Sessanta.
Fortunatamente per Giannutri però, finito male: una specie di pueblo americano con piazzetta in stile caprese, in origine verosimilmente dall’aspetto grottesco, al quale il tempo ed i rampicanti che si innalzano dalle aiuole e dai giardini ben curati hanno donato un fascino gentile e vagamente hippie, in grado di ben amalgamarsi con la natura circostante.
Ma lo sguardo fu subito catturato dall’immagine di quella caletta munita di piccola spiaggia in cui avevo toccato terra e dove erano ormeggiate alcune barche a vela e pochi gommoni. L’estrema trasparenza dell’acqua permetteva di osservare perfettamente il fondale anche ad alcuni metri di profondità e di notare le praterie di posidonia oceanica agitate dalle correnti e popolate da moltitudini di pesci dai colori sgargianti, insensibili alla presenza dei bagnanti a pochi palmi. Perfino la motonave attraccata al moletto sembrava fluttuare magicamente a mezz’aria, tanto limpido era quel mare dagli incredibili riflessi verdi e azzurri.
In aggiunta al villaggio di Cala Spalmatoio, la parte centrale di Giannutri è occupata da ville ben celate tra i boschi. Sono perciò sempre disponibili varie opzioni per chi intende soggiornare sull’isola in affitto. Ma la gran parte di Giannutri, attraversabile solo a piedi seguendo il tracciato dei sentieri, ha mantenuto il suo aspetto incontaminato, garantito dall’istituzione nel 1996 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Ciò ha imposto rigide norme volte alla tutela ambientale e ha creato aree protette ad accesso limitato sia a terra che nelle acque circostanti.
Per coloro che non soggiornano a Giannutri, l’ingresso nelle aree protette è possibile solo se accompagnati dalle guide naturalistiche del Parco. Per i proprietari delle abitazioni, gli affittuari ed i loro ospiti, la superficie dell’isola resta liberamente fruibile, a patto che siano rispettati i numerosi divieti:
- il divieto di campeggio,
- di raccogliere piante,
- accendere fuochi e disturbare gli animali (l’isola ospita moltissimi conigli selvatici e volatili che utilizzano le scogliere di Giannutri come luoghi di nidificazione).
Inoltre presso la spiaggia di Cala Maestra si conservano le rovine di una splendida villa romana, visitabile con il supporto delle guide turistiche, immersa in un bosco di ginepri turbinati.

Come raggiungere l’isola:
Le motonavi che raggiungono l’isola partono da Porto Santo Stefano due volte a settimana durante tutto l’anno, con un incremento delle corse nel periodo estivo. I tempi di navigazione dall’Argentario sono di circa 1 ora con il mare calmo. Il trasporto è limitato ai soli passeggieri e agli animali domestici perché sull’isola è vietato lo sbarco di veicoli a motore non autorizzati.
Considerando la vicinanza del Monte Argentario alla Capitale ed il recente prolungamento dell’autostrada tirrenica fino a Tarquinia, è possibile sbarcare sull’isola dopo sole 3 ore. Perciò è possibile visitarla in giornata.
Inoltre Giannutri è raggiunta dalle minicrociere che partono dalla vicina Isola del Giglio, da Porto Ercole e da Talamone, oltre che dai taxi boat privati.
Per tutte le informazioni sull’isola di Giannutri è possibile consultare il sito https://giannutri.info .
Autore: Andrea Carapellucci
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